Una piccola truffa informatica che ha avuto luogo in questi giorni negli Stati Uniti mi dà l’occasione di parlare di un personaggio storico italiano che forse non tutti conoscono o ricordano, e riflettere sul fatto che le vie per raccontare la storia sono imprevedibili ed infinite e possono partire da qualsiasi argomento.
Dunque, la truffa dicevo. Una chiavetta USB spedita per posta ad alcune ignare persone, con una lettera allegata in cui c’è scritto che hanno vinto un buono spesa di 50 dollari, da parte di una famosa catena commerciale americana (estranea all’imbroglio). Le persone, in buona fede, e un po’ imprudenti, infilano la chiavetta nel proprio pc, e lo infettano. Come se non bastasse quell’altro problemone che abbiamo!
Che c’entra il personaggio storico italiano? Bisogna fare ancora un paio di passaggi.
All’interno di questa chiavetta c’è una piccola scheda elettronica che contiene le istruzioni per fare quello che deve fare. E’ una scheda che si può programmare in qualsiasi modo, soprattutto per fare cose buone – è stata inventata per quello – ma volendo anche per dare comandi sbagliati. Una scheda il cui hardware e anche il software a corredo sono liberi: in altre parole, è tutto chiaro, tutto visibile, tutto modificabile da qualsiasi appassionato del settore. E’ stata costruita proprio per questo, è molto utile e performante, ed apprezzata da tutto il mondo della programmazione e dell’elettronica.
Quando arriva questo personaggio storico? Ancora un attimo e ci siamo.
La scheda è stata inventata in Italia, e il team di appassionati che l’ha realizzata frequentava una scuola post-laurea che ha sede ad Ivrea. Una volta realizzata questa scheda elettronica, hanno cercato un nome per lei, e poiché queste persone nel tempo libero frequentavano un bar della città, che si chiama “Arduino”, allo stesso modo hanno chiamato la scheda: “Arduino”. E con questo nome è diventata famosa ed utilizzata in tutto il mondo.
Ma come mai – e adesso ci siamo – un bar ad Ivrea si chiama Arduino? E’ forse il nome del proprietario? No! Il bar è dedicato ad Arduino d’Ivrea, un personaggio che visse intorno all’anno Mille, e che per qualche anno fu re d’Italia. La sua vicenda è molto popolare in quelle zone, e un po’ meno conosciuta in altre parti del nostro Paese.
All’indomani della morte dell’imperatore Ottone III, che era anche re d’Italia, Arduino riuscì a farsi incoronare al posto suo, e per qualche anno a mantenere questo ruolo, nonostante la lotta con Enrico II, il nuovo imperatore, che a sua volta si autonominò re d’Italia nel 1004. Per una decina d’anni i due si combatterono mantenendo ciascuno lo stesso titolo. Il nostro Arduino per qualche tempo coniò anche moneta, cercando di resistere in una situazione molto intricata, che è complicato riassumere in poche righe.
Con la vecchiaia tuttavia le forze di Arduino cominciarono ad abbandonarlo, lasciò la lotta e si ritirò in una abbazia non molto lontano da Ivrea, dove trascorse gli ultimi mesi della sua vita. Morì nel 1015, senza immaginare che nel 2020, negli Stati Uniti, una chiavetta USB…
Nell’immagine, i resti della roccaforte nella quale Arduino resistette con successo all’assedio di Enrico II.