A casa, da quando era iniziata l’emergenza, ogni lunedì mattina si decideva sulla spesa.
«Oggi tocca a me!» mise subito in chiaro il figlio.
«Veramente tocca a me!» ribatté la figlia.
«Tu hai portato fuori il cane, stamani» replicò il primo.
«E’ vero, tocca a lui», disse il padre, che ne aveva abbastanza. E proseguì, con il foglio bianco sul tavolo e la penna in mano: «Arance, limoni, kiwi…».
«Metti anche la crema depilatoria», disse la madre.
«Colesterolo non ti temo!» esclamò il nonno felice, che forse aveva frainteso.
«Gli assorbenti per me», chiese la figlia.
«Quelli non li prendo, mi vergogno!» protestò il fratello.
«Ma dai, digli che ti servono per fare le mascherine», suggerì la madre, comprensiva.
«Ma sono quelli interni», osservò la figlia.
«E allora digli che sono per fare i tamponi!» esclamò il padre, stufo. «Guarda che ci vado io».
«No, no, ci vado io!» confermò il figlio, che non voleva perdersi la possibilità di uscire.
«Farina, lievito, patate…»
«Pepe e miele», disse la nonna.
«Che ci fai con il pepe e il miele?» domandò la madre, incuriosita.
«Il panpepato», rispose la nonna.
«Il panpepato, ora! Ma se siamo ad aprile!» si meravigliò il padre.
«Hanno detto che sarà lunga», disse la nonna, previdente.
«Ma ci torneremo a fare la spesa, da qui a dicembre!» esclamò il padre.
«Le miccette!» urlò il nonno.
«Che ci fai con le miccette!» urlò il padre.
«Che capodanno è, senza miccette!» rispose il nonno, aggiungendo: «I fulminanti».
«Va bene, prendiamo anche le miccette. Ecco la lista, corri», disse il padre, porgendo il foglietto al figlio, il quale veloce uscì di casa per correre in negozio.
«Aspetta, girati e sorridi!» gli disse la sorella, dal balcone, con il telefono in mano.
Nell’immagine, una lista della spesa disegnata da Michelangelo Buonarroti nel 1518, ritrovata sul retro di una lettera. Era rivolta ad un suo servitore presumibilmente analfabeta, e i disegnini servivano a fargli capire meglio. E’ conservata a Casa Buonarroti, a Firenze.