“In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l’equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.”
Proprio il 2 dicembre, ma del 1913, la signora Karen Christentze Dinesen partiva per l’Africa, con l’idea di comprare una fattoria e di vivere finalmente in un contesto diverso, più libero e maggiormente immerso nella natura.
Era accompagnata da un cugino, che sarebbe poi diventato il suo primo marito.
Rimase in Africa una quindicina d’anni, prima di far ritorno in Danimarca, dove poi avrebbe scritto un libro per raccontare quella forte esperienza che a lungo avrebbe ricordato come il periodo più bello della sua esistenza.
Pubblicato con lo pseudonimo di Karen Blixen nel 1937, quelli suppergiù della mia età lo hanno conosciuto soprattutto per la trasposizione cinematografica con Meryl Streep e Robert Redford, per la quale “La mia Africa” vinse 7 premi Oscar.
Facendoci sognare di essere lì.