La vita è come una clessidra, dove la polvere è la nostra esistenza, che vive momenti larghi, agevoli, importanti, e poi di colpo si trova a passare in mezzo a qualche strettoia, dalla quale comunque con fatica si riesce ad uscire, per poi tornare nuovamente alla calma e alla tranquillità.
Ma poi qualcuno la gira quella clessidra, e si ricomincia daccapo, con le fasi tranquille ed i momenti di impiccio che si alternano, mentre il tempo scorre inesorabile, e noi cerchiamo di barcamenarci alla bell’e meglio.
Moriva oggi, l’imperatore Teodosio.
Chissà se negli ultimi istanti di vita avrà pensato alla sua personale clessidra, a quel prima, a quel durante, a quel dopo, che hanno costellato la sua esistenza e l’hanno consegnata alla storia.
Prima, quando giovane soldato insieme al padre valente generale, battagliava in giro per l’Impero romano, con grandi successi, molti pericoli, e immense ambizioni.
Durante, quando il padre venne accusato di tradimento e giustiziato, e lui si ritirò a mesta vita privata in Spagna, dove era nato, e dove ormai pensava di trascorrere il resto dei suoi giorni.
Dopo, quando lo mandarono a chiamare – l’imperatore era morto in battaglia – e quello rimasto, Graziano, gli chiese se voleva occuparsi della parte orientale dell’Impero.
Certo che sì, rispose.