“Con la riforma di Carlo Magno sia le abbazie che i grandi feudi avevano dato impulso a nuove colture, e il X secolo è stato definito come il secolo pieno di fagioli. L’espressione non va presa alla lettera perché i fagioli che conosciamo noi arriveranno solo con la scoperta dell’America, e l’Antichità conosceva al massimo i fagioli detti dell’occhio. Ma l’espressione è esatta se il termine fagioli sta per i legumi in genere, e il X secolo aveva visto, con profondi mutamenti nella rotazione delle colture, una coltivazione più intensa di fave, ceci, piselli e lenticchie, tutti legumi ricchi di proteine vegetali.
I poveri, in quel remoto Medio Evo, non mangiavano carne, se proprio non riuscivano ad allevare qualche pollo o facevano i bracconieri (perché la selvaggina della foresta era riservata ai signori). Siccome erano malnutriti, lasciavano andare i campi in malora.
Nel X secolo iniziano a diffondersi le colture intensive dei legumi, i legumi sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di una persona che lavora. Aumenta il contributo di proteine, si diventa più robusti, si muore meno giovani, si fanno più bambini, l’Europa si ripopola.”
(Umberto Eco)
Il 10 febbraio è la Giornata mondiale dei legumi, un prodotto che fa bene alla salute, all’economia, all’agricoltura, all’ambiente, e che per questo la FAO celebra ogni anno per incentivarne il consumo.