Forse fu un’idea di Blasio de Arboribus, o forse di Niccolò Carcavilla, o forse ancora di Niccolò Sorbolo, non si è mai saputo, o forse di tutti e tre insieme, che erano matti e visionari mica poco, con quella proposta di spostare le navi per strada. E che strada, che nemmeno c’era, si sarebbe dovuta costruire pure quella!
Il fatto è che Venezia nel Quattrocento era in guerra con Milano, e poiché il lago di Garda era terreno di battaglia, sarebbe stato comodo per Venezia disporre di navi per poter combattere anche lì.
Ma le navi erano nell’Adriatico, mica nel lago, e anche se qualcuno avesse provato a risalire l’Adige per avvicinarsi, poi ci sarebbero stati chilometri e chilometri di montagne da superare!
Eppure tante imprese impossibili sono tali finché qualcuno non decide di realizzarle.
Furono inventati macchinari, furono impiegati centinaia di uomini, fra sterratori, falegnami, carpentieri, operai, marinai e gente del posto, che se c’è da spostare una nave che fai, non dai una mano? Furono impiegati anche decine e decine di buoi per tirarle in salita e poi con le funi tutti a reggerle che in discesa se avessero preso il via altroché lago di Garda, c’era il rischio che finissero nel mar Tirreno.
Mesi e mesi di lavoro, larghe tavole di legno sulle quali i rulli con le navi sopra si potevano spostare più facilmente, e se si incontrava una casa sul percorso la si buttava giù, perché ogni deviazione sarebbe stata complicata, meglio seguire il percorso più breve. Anche il vento fu utilizzato, che se è contrario riesce a frenare le navi in discesa, bastava pensarci.
Nell’aprile del 1439 l’incredibile convoglio di navi trasportate per strada raggiungeva il lago di Garda e calate in acqua, erano pronte per la battaglia. Ma questa sarebbe stata compito di soldati e marinai, che quelli che le avevano spostate andarono piuttosto all’osteria a raccontare di cosa erano stati capaci, non è da tutti portare le navi in giro per le montagne.