Se fossi papa, mi terrei il mio nome, anziché cambiarlo, e sarei Marcello III, un po’ come Marcello II che guarda caso fu l’ultimo papa a tenersi il nome di battesimo senza modificarlo, una volta salito al soglio pontificio.
L’abitudine di cambiarsi il nome era probabilmente nata perché qualche papa del passato – credo che il primo fosse stato Giovanni II – avevano nomi che potevano creare qualche imbarazzo, questo ad esempio si chiamava Mercurio, e avrebbe fatto sorridere un papa col nome di una divinità pagana.
Marcello II non fu molto fortunato, durò soltanto una ventina di giorni, uno dei pontificati più brevi della storia, e aveva un cognome simpatico, “Cervini degli Spannocchi”, gli Spannocchi erano una famiglia che probabilmente aveva una qualche origine contadina da cui il simpatico cognome e la spiga nel simbolo della casata.
Simpatico anche perché una volta diventato papa, Marcello II fu lesto a dire a tutta la parentela di non azzardarsi a seguirlo a Roma (erano della provincia di Macerata), che già ne aveva abbastanza di tutti loro, e non voleva una corte di scrocconi intorno a sé.
In un quadro che lo ritrae lo si vede con la testa simile alla mia, ma solo per quanto riguarda la pelata, che lui era elengatemente più allungato mentre io ho il cranio un po’ a palla, ma a parte questo morì non solo dopo pochi giorni di pontificato, ma anche piuttosto giovane, che aveva da poco passato i cinquant’anni, e dopo di lui nessun papa è morto così giovane.
Del Marcello precedente, Marcello I, so poco e non saprei cosa raccontare, tranne il fatto che il precedente di Marcello I si chiamava papa Marcellino e per fortuna era molto in anticipo rispetto al film che avrebbe rovinato la mia infanzia e che mi sono sempre rifiutato di vedere (Marcellino pane e vino) e che se proprio vogliamo anche con il pane e il vino potremmo raccontare qualcosa di sacro, ma qui andremmo molto oltre e comunque temo che papa non mi ci faranno mai, peccato mi avrebbe fatto piacere.